E mi persi tra le dune del suo pensiero.
Ocra e giallo sulle strade del deserto.
Falci gelate di luna
per notti orientali
sin allora sognate.

Fui Darwish
e divenni Derviscio
di lei!

Cavalcammo quelle notti
con la furia e la passione
degli addii disperati
tra fumi di sandalo
e prolungati oblii.
Strade d'azzurro
ci regalava il Cielo
e arpe incantate
sonavano in noi.

Erano catene
di laspislazzuli
che non volemmo spezzare.
Non contaminava la sua pelle
la sabbia
e la notte le donava
lucori d'alabastro.

Il turgore
del desiderio
di lei
si faceva padrone
e ritmicamente
ne beveva la linfa.

Un tappeto da preghiera
ci fu letto e giaciglio
e Leyla
fu angelo e dèmone
nella più travolgente
delle danze erotiche.

Le delizie
del suo seno
mi furono cuscino
dopo i languori
della più tenera delle Orchidee.

Ci perdemmo
nei gorghi
della nostra passione
finché il mondo
non fu altro
che nebulosa sospensione.

Solo l'alba conobbe
il nostro riposo.